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Back to basics - 2: le dimensioni contano

Data pubblicazione: 13 giugno 2024

Autore: Alice Bacigalupo

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Nella puntata precedente abbiamo introdotto due modelli semplici di nutrizione e pianificazione finanziaria, il piatto sano e il portafoglio "all weather", soffermandoci sulla loro composizione, ovvero la corretta ripartizione dei macronutrienti (carboidrati, proteine, grassi) e degli assets di investimento (azioni, obbligazioni, materie prime, oro). Oggi faremo un passo ulteriore nell’impostazione del piano alimentare e finanziario: sceglieremo la dimensione del piatto (e del portafoglio), ovvero cercheremo di capire quanto dobbiamo mangiare (e investire) a seconda di chi siamo e di cosa facciamo, ovvero del nostro stile di vita e delle risorse che abbiamo a disposizione. 



La dimensione del piatto è funzione del fabbisogno energetico giornaliero, che è determinato da 3 componenti:

  1. circa il 60% è dato dal nostro metabolismo basale (chi siamo), che dipende da elementi soggettivi quali la nostra età, sesso, peso, altezza e condizioni particolari (es. gravidanza, allattamento). A parità di condizioni adolescenti, uomini e donne in gravidanza/allattamento hanno bisogno di mangiare di più;
  2. il 25% è determinato dall’esercizio fisico (cosa facciamo), che comprende tutte le attività che svolgiamo nella giornata, primo fra tutti l’allenamento. Gli atleti e coloro che svolgono lavori pesanti hanno bisogno di piatti più grandi;
  3. il 15% dall’effetto termogenico degli alimenti (come mangiamo ovvero dall’energia richiesta per completare il processo digestivo dei nutrienti, che è più elevata per gli alimenti che hanno elevate quantità di proteine)




Anche nella determinazione della quota investibile bisogna tenere conto di alcuni elementi fondamentali, tra cui:

  1. la nostra dotazione (chi siamo) ovvero la valutazione del nostro patrimonio. La mia esperienza lavorativa mi suggerisce che le persone hanno spesso una conoscenza molto approssimativa del loro patrimonio, sia per scarse conoscenze economiche sia per fattori psicologici;
  2. il nostro reddito e la nostra propensione al risparmio (cosa facciamo - ovvero quanto guadagniamo - e che quota del nostro reddito destiniamo all’accantonamento);
  3. la fase di vita in cui ci troviamo (che approfondiremo nella prossima puntata)

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